Condhotel: Casa vacanze ma comodi come in hotel

4 years ago Valentina Carmando 0

Unire la comodità di una vacanza in hotel alla privacy di una vacanza in una casa di proprietà oggi è possibile. Infatti, con l’entrata in vigore del DPR il 21/03/2018, i proprietari alberghieri potranno decidere di destinare parte degli alloggi della struttura alla vendita a privati i quali, a loro volta, avranno la facoltà di decidere se trascorrere qui le proprie vacanze e/o affittare a terzi godendo del supporto della struttura e dividerne i proventi.

Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta, quali sono i requisiti perché un hotel possa diventare condhotel e quali i vantaggi per gli acquirenti.

Il DPR definisce il Condhotel come “un esercizio alberghiero aperto al pubblico, a gestione unitaria, composto da una o più unità immobiliari ubicate nello stesso comune o da parti di esse, che forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente vitto, in camere destinate alla ricettività e, in forma integrata e complementare, in unità abitative a destinazione residenziale…”

Più semplicemente il Condhotel è un hotel con stanze o appartamenti con cucina, destinati alla vendita a privati. 

Le strutture alberghiere devono rispettare alcune caratteristiche specifiche per poter diventare dei Condhotel. In particolare è necessario che si tratti di una struttura che abbia mimino 3 stelle; un numero minimo di 7 camere ad uso ricettivo; che le eventuali unità abitative destinate alla vendita siano distanti non più di 200mt dalla struttura principale e che disponga di una portineria unica.

Va ancora specificato che gli hotel potranno destinare alla vendita una superfice non superiore al 40% del totale della struttura ricettiva.

Con la formula Condhotel, gli alberghi potranno vendere ai privati parte delle loro unità abitative e gli acquirenti diventeranno proprietari a tutti gli effetti potendo scegliere come sfruttare al meglio l’investimento sapendo di poter contare sul supporto della struttura alberghiera. Infatti, chi gestisce l’hotel, deve fornire anche alle unità abitative ad uso privato tutti i servizi tipici delle strutture alberghiere per un periodo non inferiore ai 10 anni o per il tempo concordato in fase di compravendita. È delegata alla struttura alberghiera anche la gestione nei periodi in cui l’abitazione ad uso residenziale non viene utilizzata dall’acquirente, il tutto è subordinato ad un accordo e al consenso del proprietario che avrà diritto ad un compenso compreso tra il 30% e il 40% dell’eventuale affitto a terzi. Questo vuol dire che il privato sarà avvantaggiato nell’affitto sapendo di poter contare sull’esperienza professionale dalla struttura nella gestione dell’unità abitativa.

Questo tipo di investimento risulta conveniente per entrambe le parti, da un lato le strutture alberghiere ne ricaveranno delle risorse in denaro, sia dalle agevolazioni fiscali sia dalla vendita ai privati e potranno utilizzare tali proventi per i lavori di ristrutturazione e riqualificazione della struttura.

Dall’altro i futuri acquirenti potranno godere del piacere di una vacanza in hotel, ma con maggiore privacy e libertà, avendo anche l’opportunità di poter guadagnare dall’investimento con la sicurezza di continuare a mantenere la proprietà dell’unità anche in caso di fallimento dell’hotel.

È importante specificare che viene demandata alle Regioni la disciplina di esercizio dell’attività dei Condhotel con propri provvedimenti, nel rispetto della legislazione e del regolamento nazionale.

La formula del Condhotel in Italia nasce nell’ottica di diversificare l’offerta turistica e gli investimenti per la riqualificazione degli esercizi alberghieri già esistenti sul territorio nazionale; doppio vantaggio quindi soprattutto per gli albergatori che potranno riqualificare le loro strutture ricettive ricevendo agevolazioni fiscali e, in seguito, liquidità dalla vendita degli spazi preposti.

L’entrata in vigore del decreto sul Condhotel da il via ad una nuova era turistica frutto della globalizzazione e fortemente innovativa.